Dramma e sogno. La notte di San Lorenzo.

 In Memory Cards - Angoli, storie e vite

[Estratto di un articolo del 2013 scritto per il Blog Saperepopolare]

Quella a cavallo fra il dieci e l’undici agosto è da tempo immemore la notte dei desideri dunque questa sera trovatevi un posticino tranquillo, guardate il cielo e pensate intensamente a quello che desiderate più di ogni altra cosa. Se la stella cadente lascerà la sua scia ai vostri occhi il gioco è fatto. Attenzione però: per rispetto o superstizione, esercizio di memoria o sincera devozione, non dimenticate di soffermarvi anche solo per un momento a ricordare il dolore di San Lorenzo. Altrimenti non vale. Altrimenti il vostro sogno è a rischio.

Già perché la leggenda vuole che le stelle cadenti siano proprio le lacrime versate dal Santo durante il suo supplizio che vagano eternamente nei cieli mostrandosi solo nel giorno in cui Lorenzo morì per regalarci una notte dove ogni cosa diventa possibile. Allora fra un falò e l’altro, una birra o una tisana, tocca almeno ringraziarlo.

Se, invece, tutto questo vi strappa un mezzo sorriso e ad una notte a rischio cervicale siete di quelli più pragmatici che preferiscono un bel film d’autore esiste un’ottima alternativa:  La notte di San Lorenzo dei F.lli Taviani del 1982.

Stanotte è la notte di San Lorenzo, amore mio [ … ] e devono cadere le stelle. Da noi qui in Toscana si dice che ogni stella che cade esaudisce un desiderio. [ … ] Sai qual è il mio desiderio stanotte? Di riuscire a trovare le parole per raccontare a te di un’altra notte di San Lorenzo di tant’anni fa…

Dieci agosto. In una Firenze addormentata una donna affianco al suo figlioletto ricorda di un’altra notte di San Lorenzo, quella del 1944. I tedeschi e i fascisti si ritiravano sotto l’avanzata degli americani. Lei, bambina, faceva parte di un gruppo di San Miniato — nel film chiamato San Martino — che disobbedisce all’ordine dei tedeschi di radunarsi dentro la chiesa del paese e si mette in marcia per andare incontro agli americani. La scelta si rivela saggia perché quelli che restano in paese vengono massacrati dai nazisti all’interno della chiesa distrutta.*  Il gruppo — di cui nella realtà facevano parte gli stessi fratelli Taviani — si unisce ad alcune donne che in un campo mietono il grano aiutate dai partigiani fino all’arrivo di un camion di fascisti. Inevitabile si scatena una lotta feroce nonostante fra le opposte fazioni ci siano per la maggior parte parenti, amici, vicini. È una carneficina resa ancora più drammatica nella sequenza dall’immagine della bambina che per scacciare la paura si tappa le orecchie e sussurra una cantilena. Intanto gli americani avanzano e San Miniato viene liberata.

Mardocchio e mardocchiati /san Giobbe aveva i bachi
medicina medicina / un po’ di cacca di gallina
un po’ di cane un po’ di gatto /domattina è tutto fatto
singhiozzo singhiozzo /albero mozzo
vite tagliata /vattene a casa
pioggia pioggia /corri corri
fammi andare via i porri

È tutto qui: nell’infanzia e nella filastrocca il senso stesso del film; nella riuscita mediazione tra immagini cruente e fiaba. Nella  Storia resa attraverso gli occhi di una bambina. Nell’illusione dell’ultimo fascista trafitto da lance di soldati omerici reo di aver ucciso un vecchio che amava declamare l’Iliade.  Nel grano — simbolo di fertilità, abbondanza, ricchezza — che si tinge di rosso sangue e acquista al contempo valore epico. Negli eventi carichi di significato che nonostante la drammaticità lasciano intatto l’alone magico, carico di aspettative e di speranza di una notte unica in cui un gruppo va incontro agli americani, al nuovo, al progresso e un altro conservatore e fascista si ritira portandosi via il passato. Un meraviglioso spaccato di civiltà contadina dove significative sono le immagini emblema del mondo agreste e numerosi i rimandi a quella toscanità di cui parlava Vittorio Taviani riferendosi a quanto questo pezzo di nazione abbia dato alla fantasia dell’uomo a partire dal grande Leonardo.

perciò nei nostri film, ma prima ancora nelle nostre vite consultiamo la toscanità. In generale, manifestiamo in gran parte della nostra cinematografia il vigoroso legame con la natura, la quale corrisponde alla radicata promessa con la cultura contadina e nei suoi punti più alti si riferisce al mistero dell’uomo.

Non mi resta che augurarvi buona visione. E fra una pausa e l’altra non dimenticate di affacciarvi alla finestra. Non si sai mai. Qualche lacrima santa potrebbe illuminare il vostro cielo. 

* Questo è quello che si credeva fino al 2004 da quando è verità ufficiale che della strage fu responsabile una granata sparati dagli alleati.

 

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