La prestazione interna nel Learning Coaching e le intuizioni di Simone Weil
Nei processi di apprendimento così come in ogni percorso finalizzato ad ottenere un risultato esiste un principio indispensabile alla realizzazione dell’obiettivo stesso ovvero che la prestazione esterna sia la conseguenza diretta di una prestazione interna. In altre parole il comportamento espresso durante una azione volta all’ottenimento di qualcosa dipende da ciò che accade internamente nel momento in cui la si compie.
Tenendo a mente questo concetto – fondamentale nei percorsi di Learning Coaching – è facile percepire quanto la capacità dell’individuo di riconoscere i propri sentimenti (autoconsapevolezza) sia necessaria ai fini dell’efficacia e dell’ottenimento di qualsiasi scopo. Ciò nonostante nella quotidianità dei contesti professionali e scolastici, nell’impiegato come nello studente, nel manager e nell’insegnante, mancando attenzione (e reale conoscenza) nei confronti della prestazione interna quella esterna diventa figlia di automatismi e abitudini impattando inevitabilmente sulla motivazione e sulla resa.
In ottica di miglioramento, in qualsiasi campo, diventa dunque basilare oltre che strategico concentrarsi individualmente o con il supporto della figura professionale di riferimento (coach; insegnante; manager coach; psicologo) sull’analisi degli atteggiamenti manifestati durante un’attività al fine di liberarsi da consuetudini improduttive e al tempo stesso interrogarsi sugli “aspetti sensibili” della propria prestazione – quella cioè interna – che è certamente più complessa in quanto prodotta da una mescolanza di diversi fattori quali l’intenzionalità, l’attenzione selettiva, i pensieri, le strategie emotive o cognitive, lo stato interno. [Continua a leggere]