Dritti al cuore dell’Inghilterra: viaggio nello Yorkshire delle sorelle Brontë.

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Sembrava proprio che quel giorno non si potesse uscire a passeggio.

L’affermazione con cui si apre Jane Eyre di Charlotte Brontë risuona come se fosse stata scelta dalla scrittrice per tornare nei racconti dei tanti visitatori che da anni attraversano gli sterminati campi viola alla ricerca dei suoi luoghi. L’incertezza, infatti, è d’obbligo quando si parla di meteo nello Yorkshire. Così anche se la protagonista del romanzo svela ben presto che è felice di starsene a casa, noi turisti affamati di parole ci consoliamo nella precoce scoperta che il freddo e la pioggia del mattino possono facilmente risolversi in splendide giornate dove i colori vivi della brughiera si mischiano ai rumori insoliti di un vento restio ad abbandonare la collina.

Da questa parte dell’Inghilterra il nostro viaggio letterario non può che iniziare da Haworth, un villaggio di seimila abitanti a circa novanta chilometri da York dove si trova la casa in cui le tre sorelle (Emily, Anne e Charlotte) trascorsero l’intera loro esistenza con l’unica compagnia del padre Reverendo, del fratello artista dedito all’alcol e dei pochi visi incontrati ogni giorno. Eppure scrissero, immaginarono, crearono mondi come se avessero vissuto tante e tante avventure. Sole in una campagna amara con sporadiche irruzioni nelle città hanno delineato personaggi dall’intensità sconvolgente, dai tratti precisi e taglienti, dalle storie singolari su cui continuiamo a interrogarci e sognare. Vite brevi, immobili ma intense, in grado di restituire figure dalla personalità netta la cui influenza non conosce tramonto.

È strano riflettere ─ scrisse Virginia Woolf parlando di Charlotte ─ quanto sarebbero state diverse quelle leggende se la sua vita avesse avuto una durata normale.

Una “durata normale” che non apparteneva ai Brontë, famiglia tormentata dai lutti a partire dal 1821 ─ poco dopo il trasferimento al Parsonage (la chiesa parrocchiale al centro di Haworth) ─ quando la moglie del reverendo Patrick morì a soli 38 anni lasciando sei orfani. La seguirono presto le due figlie maggiori morte di tisi ancora bambine mentre l’unico figlio maschio, Branwell, morì a 31 anni dopo aver passato molti dei suoi giorni fra ubriacature e deliri. Pittore e scrittore anch’egli, assiduo frequentatore di taverne era ospite fisso al Black Bull, lo storico pub locale. Le stesse sorelle famose terminarono la loro esperienza terrena rispettivamente a 30 anni (Emily per una “infreddatura”), 29 anni (Anne), 38 anni (Charlotte sposa novella) precedendo il padre che arrivò alla vecchiaia in solitudine.

In questo angosciante quadro familiare i giovani Brontë trovarono conforto nelle letture appassionate dei libri paterni, nelle storie straordinarie che inventavano utilizzando piccoli giochi, nella stesura delle prime poesie e presto nella creazione di quei romanzi che oggi fanno parte dei capolavori indiscussi della letteratura inglese (Jane Eyre e Cime Tempestose fra tutti ma anche Agnes Grey). Trame impregnate di odori, distese bianche scosse dalla bufera, cieli tumultuosi che si aprono in limpide volte e sentiamo vive mentre ci ritroviamo a solcare le strade impolverate di Heathcliff e Rochester con la ferma impressione di poterli incontrare.

La casa in pietra ─ Personage Museum ─ tutelata dalla Brontë Society e circondata da un giardino curato a ridosso del vecchio cimitero è uno scrigno prezioso di abiti, scarpe, cappelli, disegni, lettere e versi delle fanciulle le cui giornate erano ritmate dallo studio di grandi tomi sparsi ovunque, dalla scrittura, dalla musica, dal cucito e dalla pittura. Al piano superiore il disordine dello stanzino di Branwell in contrasto con il rigore del resto si fissa nello sguardo del visitatore come segno tangibile del tormento di un’anima.

La piccola scuola in cui le sorelle insegnarono, la chiesa che ospita le spoglie di Charlotte e Emily, il cimitero dalle lapidi coperte di muschio e l’acciottolato della stradina principale donano un senso di eternità ad un luogo sacro ravvivato dai tanti caffè, negozietti, pub in assoluta armonia con l’ambiente.

Nei dintorni di Haworth numerose sono le passeggiate da scegliere organizzandosi con agenzie locali o in libertà. Camminando per la brughiera tra l’erica e le felci si può raggiungere ad esempio Top Withens, la fattoria che pare abbia ispirato la casa di Heathcliff in Cime Tempestose, le Brontë Waterfall, il Brontë Bridge, Ponden Hall o il Penistone Crag, la grotta delle fate menzionata più volte da Emily.

Lasciata a malincuore Haworth ─ a circa un’ora di auto ─ si trova Fountain Abbey dove le rovine monastiche, i giardini georgiani e i giochi d’acqua delle fontane continuano a farne meta suggestiva per scrittori in cerca di ispirazione. Patrimonio Mondiale dell’Unesco il monastero venne fondato nel 1132 con rocce prese nelle vicinanze da tredici monaci esiliati in seguito ad un tumulto presso l’abbazia di Santa Maria a York. Nel tragitto per raggiungerla non sfuggirà l’uscita per Harrogate centro idroterapico al centro della misteriosa vicenda che gli appassionati di Agatha Christie conoscono bene. Proprio qui, presso l’Old Swan e registrata come Mrs Teresa Neele di Cape Town, la scrittrice si nascose per una decina di giorni lasciando migliaia di agenti e volontari impegnati nella sua ricerca nel tentativo disperato di salvarla da morte certa.

Fountain Abbey

Cittadina che presta il nome all’intera contea con una cattedrale considerata fra le più belle d’Europa, York ─ date le dimensioni ─ può essere facilmente esplorata a piedi dedicando una giornata ai musei e alle attrazioni. Per gli amanti del genere medievale e della saga di Harry Potter è obbligatoria una passeggiata a The Shambles la celebre strada “dei macellai” esistente da circa novecento anni con case dai pannelli in legno colorato risalenti anche al XIV secolo. Ambientazione per alcune scene di Diagon Alley la trasposizione cinematografica la vuole collocata proprio dietro il Paiolo Magico. Lo shop in tema all’inizio del percorso è oro colato per i fan del maghetto più famoso del mondo. Di altro tipo è la sosta al santuario di Santa Margaret Clitherow (1556-1586) la donna nota come la Perla di York che visse al numero 10 con il marito macellaio. Oggi rivendita di gemelli per camicie un tempo qui si celebrava messa con il rito cattolico in una città protestante e si accoglievano i perseguitati, motivo che portò alla sua morte. Questa città dal passato oscuro è considerata una delle più infestate dai fantasmi della Gran Bretagna: partecipare ad un ghost tour farà scoprire ai più coraggiosi il suo lato soprannaturale.

A circa 23 miglia verso Nord si trova Thirsk, il paese chiamato anche Darrowby ─ nome usato nella finzione ─ dove sono ambientati tutti i romanzi autobiografici dello scrittore James Herriot, il film tratto da All Creatures Great and Small con Anthony Hopkins e la serie televisiva seguente. Aggirarsi nelle stanze zeppe di piccoli oggetti da lavoro e personali, divertirsi nell’area di registrazione, rispolverare le gesta di un uomo che pur divenuto celebre ha continuato per tutta la vita a fare il veterinario e vivere qui ─ le sue amatissime Yorkshire Dales ─ è un’esperienza consigliata non solo ai lettori o agli amanti degli animali. Raccontando fatti e misfatti legati alla sua professione Wight (vero nome di Herriot) ha regalato immagini straordinarie dei paesaggi incantevoli di cui era circondato e con fine umorismo tratteggiato il carattere burbero ma buono dei locali. La visita al James Herriot’s World permette inoltre di scoprire il punto panoramico più amato dall’autore veterinario. Definita da lui The finest view in England, Sutton Bank, distante poche miglia merita il consiglio di un grande conoscitore del territorio.   

Per comprendere appieno la varietà dei paesaggi che offre lo Yorkshire il percorso a questo punto deve declinare verso il mare e per renderlo ancora più affascinante si può scegliere di raggiungere una delle destinazioni più battute, Withby, utilizzando un trenino a vapore d’epoca. La stazione prediletta dai turisti è Goathland che unisce la possibilità di godere della bellezza di un paese le cui pecore girano ancora indisturbate e quella di continuare a dialogare con Harry Potter. Goathland è, infatti, la pittoresca stazione ferroviaria di Hogsmeade, il villaggio alle porte della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Non ci sarà ovviamente Hagrid ad aspettarci sulla banchina o cioccorane acquistabili a bordo ma il fumo del treno che si disperde nella campagna punteggiata di mucche, capre, pecore e piante selvatiche insieme al cortese personale di servizio renderanno il viaggio in ogni caso “magico”.

Arrivati al mare si comincia con la mente a sfogliare un altro libro. Le rovine della celebre chiesa di St. Mary e il vicino cimitero affacciato sul precipizio rimandano in modo sinistro a quello che deve aver visto Bram Stoker scrivendo i primi capitoli del suo Dracula. La cittadina e il suo fascino gotico furono appunto di ispirazione per lo scrittore irlandese che qui decise di collocare l’inizio della serie di fatti “strani” di cui è ricco il romanzo.  Al vampiro aristocratico sono oggi dedicati la Dracula Experience e l’Horror Film Festival annuale che celebra Stoker e la sua terribile creatura. Withby è caratteristica anche per le stradine che fiancheggiano i cottage e accompagnano la collina fino al porto.

Sulla costa si trova anche Scarborough con due baie e un castello che domina il panorama. È una delle località turistiche più note della Gran Bretagna e dunque eccessivamente frequentata. Piena di sale giochi e locali adiacenti al mare vale la pena ritirarsi sulle alture dopo una piacevole passeggiata sulla spiaggia con la bassa marea. Qui ai piedi del castello si trova la chiesa di St Mary’s nella quale secondo tradizione è possibile ristorarsi, bere un ottimo english tea e meditare o pregare in silenzio. Il vecchio cimitero all’esterno richiede una rispettosa visita fra le tombe antiche di storiche famiglie in cui perdersi ad immaginare le vite. Fra queste (alle spalle della chiesa) riposa Anne Brontë che qui venne, accompagnata da Charlotte, con la speranza di curare la tubercolosi con l’acqua termale. Così non fu: morì pochi giorni dopo essere giunta nel posto che amava e nel quale aveva ambientato i suoi romanzi. Una targa commemorativa ricorda il luogo dell’ultimo respiro: il “Wood’s lodgings No 2 the Cliff” oggi Grand Hotel.

Il punto alto su cui è ubicata la lapide* ancora più toccante consunta dalla salsedine rimane un’ottima scelta con cui chiudere il viaggio. Le emozioni raccolte per giorni in una campagna dai colori ipnotici, l’ultimo sguardo verso l’oceano, le parole di Agnes Grey nelle orecchie renderanno ancora più intenso il saluto, già carico di nostalgia, ad una terra meravigliosa.

Quando il mio piede era sulla sabbia e il mio viso verso la baia ampia e luminosa, nessun idioma può descrivere l’effetto del profondo, chiaro azzurro del cielo e dell’oceano… Ma la marea stava arrivando; l’acqua stava sorgendo; i golfi e i laghi si stavano riempiendo; lo stretto si stava allargando: era tempo di cercare un po’ di sicurezza. Agnes Grey.

*La lapide presenta un errore: Anne morì a ventinove anni e non ventotto.

**Abbiamo deciso di iniziare il nostro viaggio atterrando a Liverpool – città di storia e Beatles – e terminarlo ripartendo dall’aeroporto di Manchester. Le possibilità sono diverse da studiare secondo i propri bisogni e interessi.

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